Presenze aliene nel folklore celtico? La straordinaria testimonianza di un prete scozzese del XVII sec. d.C.

The-Secret-CommonwealthNel 1815 il celebre romanziere scozzese Walter Scott fece pubblicare a sue spese un breve e misterioso trattato del XVII secolo dal titolo “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns & Fairies” , ovvero Il regno segreto degli Elfi, dei Fauni e delle Fate.

Il libro, scritto nel 1691 e rimasto inedito fino al XIX secolo, trattava una materia molto cara a Walter Scott e ad altri studiosi dell’età romantica, quella cioè della riscoperta delle leggende legate al folklore e alle tradizioni popolari.

Tuttavia a rendere celebre l’opera non fu la sua importanza storico-letteraria, né l’aver avuto un così celebre editore, bensì la strana vicenda biografica che aleggiava, e aleggia tuttora, intorno a colui che lo scrisse.

L’autore, il reverendo Robert Kirk di Aberfoyle, piccolo villaggio situato al centro della Scozia, era infatti convinto che le creature descritte nel suo trattato, elfi, fauni e soprattutto fate, non fossero affatto, come riteneva l’opinione comune, esseri immaginari e fantastici, bensì creature realmente esistenti, che convivono in forme organizzate insieme agli esseri umani sulla terra e che di tanto in tanto entrano in contatto con alcuni di loro trasportandoli nella terra delle fate, fairyland, appunto.

Kirk era così convinto della sua teoria che passò molti anni della sua vita raccogliendo le testimonianze di coloro che affermavano di essere entrati in contatto con questi strani esseri.

Il risultato delle sue indagini fu appunto il Regno Segreto opera che non solo Kirk non riuscì mai a pubblicare ma che forse, secondo alcuni, dovette procurargli non pochi problemi con le gerarchie ecclesiastiche se è vero che non appena essa fu completata e pronta per la pubblicazione, il reverendo scomparve misteriosamente senza lasciare alcuna traccia.

Ma cosa conteneva quel trattato di così sconvolgente rispetto ad altri testi coevi che narravano dello stesso argomento?

Innanzitutto, come ho già detto, il fatto che l’autore stesso trattasse la materia con un atteggiamento quasi scientifico e molto poco narrativo dando molta importanza alle informazioni ottenute di prima mano e catalogando il tutto con maniacale precisione.

Ma a rendere particolare questa opera sono soprattutto le storie raccolte da Kirk e le conclusioni a cui lui giunse dopo aver censito tutti i dati.

Questi esseri, spiega per esempio Kirk, possiedono una natura intermedia tra l’uomo e gli angeli, hanno un aspetto etereo e hanno la capacità di apparire e svanire a loro piacimento.

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La tomba del reverendo Robert Kirk ad Aberfoyle in Scozia

Intellettualmente sono estremamente intelligenti e curiosi e vivono organizzati nel sottosuolo all’interno delle cavità terrestri,  cavità da cui possono entrare e uscire grazie alla natura aerea dei loro corpi.

La loro civiltà, continua il testo, era estremamente evoluta e fiorente già da molto prima che l’uomo abitasse la terra e le sue tracce sono ancora presenti sulle high mountains della Scozia.

Ciò che però sembra colpire di più l’interesse del reverendo sono gli strani racconti di coloro che affermarono di essere stati ‘trasportati’ via dalle fate.

Alcuni dei suoi intervistati, infatti, riferivano, di essere stati trasportati istantaneamente , durante l’incontro con le fate, in luoghi pieni di luce dove le lampade emanavano una luce perenne e senza fuoco e dove occasionalmente alcuni rapiti avevano osservato questi esseri mentre infliggevano atroci tormenti ad altri esseri umani.

Per lo più i “rapiti”, secondo Kirk, erano donne, alcune addirittura incinte, ma anche i bambini spesso erano vittime di queste misteriose sparizioni.

Tra l’altro questi esseri pare che utilizzassero una specie di ‘bacchetta magica’ che rivolta contro un uomo poteva immobilizzarlo senza creare, specifica il testo, danni fisici permanenti.

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L’iscrizione sopra la tomba di Robert Kirk

Su questo punto però il reverendo vuole essere più chiaro. Questi esseri, dice, non sembrano essere consapevoli del male che possono infliggere e tra l’altro non comunicano tra di loro se non emettendo uno strano sibilo che però si tramuta istantaneamente nella lingua locale nel momento in cui si trovano di fronte ad un essere umano.

Ma il reverendo Kirk ci tiene ad illustrare anche il loro sistema filosofico. Essi non credono in nessun Dio e non hanno una religione. La loro filosofia si basa sulle seguenti idee: niente può morire; tutte le cose si evolvono ciclicamente in modo che ogni volta si rinnovano e migliorano; il movimento è l’unica legge che regola l’universo.

In ogni caso l’opera di Kirk, sia che venga considerata solo un semplice affresco delle tradizioni popolari della Scozia del XVII secolo, sia che venga utilizzata, come già fece il celebre fisico e ufologo francese Jacques Valleé, per interpretare alcuni dei moderni casi di ‘incontro ravvicinato’ con esseri extraterrestri, resta una pietra miliare per lo studio del folklore nordico soprattutto perché a partire da essa iniziò il lavoro di tanti altri studiosi delle tradizioni e delle leggende scozzesi.

In Italia l’opera di Robert Kirk è stata tradotta e pubblicata solo nel 1980 ( Il regno segreto, a cura di Mario M. Rossi,Milano , Adelphi) mentre una edizione digitale è consultabile gratuitamente su internet all’indirizzo http://www.sacred-texts.com/neu/celt/sce/ .

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