L’U.F.O. del “Madonna con bambino e San Giovannino”

Introduzione

NazcaQuesto dipinto rinascimentale realizzato da Jacopo del Sellaio nel 1450, è forse quello che più ha dato da discutere agli ufologi. Attualmente è esposto nella Sala di Ercole presso i Musei di Palazzo Vecchio, a Firenze. Nella parte superiore destra del quadro, alle spalle della Madonna, si può scorgere quello che è lecito definire un oggetto volante non identificato osservato da una piccola figura (probabilmente un pastore) e dal suo cane.

Un’analisi più approfondita

L’attribuzione di questo dipinto è incerta: nonostante la targhetta del museo attribuisca l’opera a Jacopo del Sellaio (1442-1493), nella scheda del catalogo (numero 00292620) si legge che il dipinto è piuttosto attribuibile a Sebastiano Mainardi (1466-1513), pittore della scuola del Ghirlandaio attivo a Firenze verso la fine del ‘400. Vengono inoltre sottolineate evidenti somiglianze con opere di Lorenzo di Credi (1458-1537), soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione della Madonna.

NazcaLe particolarità di quest’opera sono molteplici: la più vistosa è certamente quella riguardante la presenza nella parte superiore destra del dipinto di un’oggetto aereo di forma ovoidale dal color grigio plumbeo. Tale oggetto sembrerebbe dotato di una cupola nella parte superiore e di numerosi raggi di luce o folgore che si propagano tutto intorno (foto a destra). L’oggetto è osservato da una piccola figura, probabilmente un contadino, che si protegge gli occhi con la mano destra, forse a causa della forte luminosità. A fianco del contadino vi è un cane, rappresentato nell’atto di abbaiare che, come qualcuno ha fatto notare, è molto frequente nei casi di avvistamenti di U.F.O. odierni (Ingrandimento).

Altra particolarità si può osservare nella parte superiore sinistra e consiste nella presenza della Stella della Natività accompagnata da altre tre piccole stelle o fiammelle.

Teorie

Se si analizza il dipinto da un punto di vista artistico si possono spiegare le strane apparizioni in modo diverso: lo strano oggetto ovale, infatti, potrebbe essere identificato come la rappresentazione del cosiddetto Annuncio ai pastori; a tale riguardo nel Vangelo secondo Luca si legge:

C`erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l`angelo disse loro: Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore…“.

NativitàIn molte altre opere del ‘400 e del ‘500 raffiguranti la Natività si possono osservare rappresentazioni simili. Nella foto a sinistra possiamo osservare un particolare di un’opera di Vincenzo Foppa dove l’annuncio ai pastori è rappresentato come un angelo che esce da una nube scura. Anche se è raro vedere rappresentata la nube senza l’angelo, è quari certo che questo tipo di rappresentazioni si rifacciano ai racconti della Natività nell’apocrifo Protovangelo di Giacomo, conosciuto solo in lingua greca fino alla traduzione latina di Guillaume Postel della metà del sec. XVI. Ai racconti contenuti in questi testi Giotto si ispirò per le storie dell’infanzia di Maria della Cappella degli Scrovegni. Proprio nel Protovangelo di Giacomo troviamo una descrizione della natività in cui non compaiono angeli ma una “nube luminosa”, come in molti altri brani biblici:

[19, 2] Si fermarono nel luogo dov’era la grotta, ed ecco una nuvola luminosa adombrava la grotta. E la levatrice esclamò: ‘Oggi è stata magnificata la mia anima, perché i miei occhi hanno visto un prodigio meraviglioso: che è nata la salvezza per Israele’. E subito la nuvola si dissipò dalla grotta e apparve una grande luce nella grotta, tanto che i nostri occhi non la potevano sopportare... (I Vangeli Apocrifi, a cura di Marcello Craveri, Torino, 1969, p.21).

Per quanto riguarda le tre fiammelle, invece, è un particolare che si può osservare anche nella Madonna del Libro (1480) di Sandro Botticelli. Questa simbologia si ritrova in quadri più antichi, del secolo precedente, ma soprattutto nelle icone bizantine e sta ad indicare la triplice verginità della Madonna (prima, durante e dopo il parto). Le tre stelle, col medesimo significato, si ritrovano anche nello stemma dell’ordine degli Oratoriani di San Filippo Neri (Filippini), particolarmente devoti alla Madonna.

Fonte: www.inspiegabile.com

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