Caso “Amicizia”, la testimonianza di un magistrato di Torino: “Noi umani dobbiamo cambiare strada, prima che sia troppo tardi”

50 years of amiciziaÈ noto che il caso “Amicizia” coinvolse, tra il 1956 e il 1978, diversi gruppi di persone in tutta Italia in quello che è, ancora oggi, uno dei più importanti e meglio documentati casi di contatto tra umani ed extraterrestri. Secondo l’Ing. Stefano Breccia, autore del libro “Contattismi di Massa” (2007), nel quale per la prima volta viene raccontata al grande pubblico la storia di Amicizia,  il numero totale dei testimoni coinvolti avrebbe sfiorato addirittura il centinaio. Alcune di queste persone, soprattutto dopo l’uscita del libro, hanno scelto di farsi avanti dopo tanti anni di silenzio e rivelare pubblicamente la propria esperienza, E’ il caso, per esempio del pittore Gaspare De Lama e di sua moglie Mirella, o anche di Paolo di Girolamo, noto disegnatore e fumettista di Roma. Altri testimoni invece, per varie ragioni di carattere personale, hanno preferito continuare a mantenere l’anonimato pur confermando la veridicità della storia.

Ma vi è anche chi, sebbene non più in vita, ha comunque lasciato una traccia della propria esperienza in Amicizia. come, ad esempio, il Console Alberto Perego, che più volte, all’interno dei suoi libri, fece indiretto accenno alla vicenda.

Di recente sono poi emersi altri nomi meno noti, ma comunque significativi, in alcuni documenti privati pubblicati nell’ultimo lavoro (postumo) di Stefano Breccia intitolato “50 years of Amicizia“.

Tra questi documenti assume un particolare rilievo un’interessante lettera scritta nel 1968 da un giudice di Torino, di nome Franco Saija, coinvolto anch’egli nel caso, e inviata al Conte Gian Luigi Zoccoli.

Nel lettera di questo magistrato torinese, dal tono intimo e appassionato, emerge non soltanto il suo profondo coinvolgimento nella vicenda, ma anche le sue riflessioni morali, la sua personale visione dell’esperienza di “Amicizia”.

Alla richiesta del Conte Zoccoli di ricevere maggiori informazioni sulle straordinarie esperienze vissute da Saija e dal suo gruppo, Saija risponde con rammarico di non poter aggiungere tutti i dettagli perché non sarebbe possibile condividere la complessità di un’esperienza come quella da loro vissuta. “L’unica cosa che possono fare” -insiste Saija- “coloro che hanno vissuto esperienze come questa e che ne hanno compreso il significato è TESTIMONIARE“. E conclude: “Esistono infiniti mondi e civiltà nell’Universo e ogni tanto esse ci fanno visita con le loro navi, i loro dischi, i loro fenomeni, ma a noi questo non interessa più. Noi siamo consapevoli che esiste qualcosa che è ad un livello estremamente superiore, ed è lo stesso destino divino dell’essere umano.”

Ivan Ceci

*******

Lettera di Franco Saija (magistrato di Torino) al Conte Gian Luigi Zoccoli di Bologna – 1968

Tratto da: S. Breccia, 50 years of Amicizia, 2013
Traduzione dall’inglese di Ivan Ceci

Caro Dottore, 

come promesso, le scrivo questa breve lettera per dirle che, al contrario di quanto pensavo, non credo che potremo incontrarci di persona prossimamente, a meno che lei non mi raggiunga a Torino, cosa che non credo le sarà agevole. Sfortunatamente i miei doveri mi impediscono, al momento, di allontanarmi dalla città e spero che non mi biasimerà per questo. 

D’altra parte, l’argomento a cui lei è interessato è estremamente vasto e complesso e nessuno, ripeto, nessuno, neanche coloro che, come me o altre persone, ne sono a conoscenza, potrebbero mai essere in grado di fornirle delle spiegazioni soddisfacenti, per quanto profonde e complete. 

I principi che dirigono la vita, la moralità, la scienza e la giustizia di quel mondo, così favoloso e immenso, sono incomprensibili anche per noi e sono lontani dai nostri consueti punti di vista, dal modo in cui noi giudichiamo la nostra realtà. La Loro natura è al tempo stesso fisica e meta-fisica, cosmica e ultra-cosmica, tutte queste cose insieme allo stesso tempo! 

Per noi, anche per coloro di noi che hanno avuto modo di avvicinare questa realtà, non è possibile comprenderla pienamente. Possiamo soltanto accettarne gli insegnamenti e le indirette conclusioni che ne derivano, se solo saremo capaci di fare uso di una spiccata sensibilità, di un assoluto altruismo, di una mentalità aperta, di una profonda umiltà, di umanità e, sopra ogni altra cosa, di INTUIZIONE! 

I nostri classici metodi di ragionamento quotidiani e la nostra zavorra pseudo-culturale e pseudo-scientifica sono totalmente inutili. Mi creda. Non lo dico per scoraggiarla o per mettere me stesso sopra ad un piedistallo. Da diversi anni, all’interno del mio animo, si combattono e si confrontano due diverse visioni della vita e questo a causa di un approccio che deriva da una scienza egoista e ridicola. Non credo di essere stato in grado di muovere un solo, singolo passo verso la comprensione di ciò che potremo essere in grado di capire tra 100.000 anni! Voglio essere chiaro con lei: né io né nessun altro potremo mai introdurvi in un mondo che non ci appartiene, un mondo che sembra quasi toccarci, ma che non è destinato a incrociare la propria strada con la nostra, né ora, né, forse, mai.

Anche l’obiettivo e il destino ultimo di questa realtà rimangono per la maggior parte ignoti, e questo perché Loro stessi rappresentano l’obiettivo e il destino di uomini che hanno raggiunto le fasi finali di un immenso ciclo di evoluzione e di crescita spirituale.

Noi siamo dei nani in confronto ai Loro valori. Non possiamo pretendere di ottenere facilmente ciò che dobbiamo conquistare giorno dopo giorno, secoli dopo secoli. Capisce cosa intendo? Non sarebbe possibile altrimenti, non sarebbe giusto.
Noi umani dobbiamo tracciare da soli la nostra strada; questo è il significato della vita e dell’evoluzione umana.  Coloro che hanno avuto l’occasione di vedere e comprendere questa realtà possono fare soltanto una cosa: testimoniare!

Testimoniare che da qualche parte il significato della vita dell’uomo e dell’universo  è stato compreso, che le domande fondamentali hanno trovato risposta, quelle stesse domande che ci tormentano da sempre, e, infine, che è stato compreso che la strada giusta è una strada completamente diversa da quella che abbiamo intrapreso noi umani, e che questa strada giusta dobbiamo prenderla ora, subito, prima che sia troppo tardi. Le leggi cosmiche e divine costituiscono un muro titanico contro il quale le aberrazioni di tutte le civiltà negative e anormali dell’universo intero prima o poi si infrangono!

Mio caro Dottore, in poche parole, questo è il mondo che alcuni tra noi hanno avuto modo di toccare e percepire. Non mi chieda perché questo sia accaduto e perché proprio a noi; Non sarei capace di rispondere.

Esistono infiniti mondi e civiltà nel nostro universo e a volte queste ci raggiungono con le loro navi, i loro dischi, con il loro fenomeni, eppure noi a tutto questo non siamo più interessati.
Noi siamo divenuti consapevoli che esiste qualcosa che è ad un livello estremamente superiore, e questa cosa è lo stesso destino divino dell’essere umano.

Sono spiacente: la lettera avrebbe dovuto essere breve; mi perdoni e accetti i miei più caldi e affettuosi auguri per il Natale che sta arrivando.

Franco Saija

Comments are closed.